Page 12 - Guida di Oulx
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Numerose sono le frazioni che circondano il Paese.
    Nel piano Oulme, ormai in continuità con il capoluogo e densamen-
    te abitata. Qui si può ammirare la cappella dell’Annunciazione, co-
    nosciuta anche come S. Cristoforo per lo splendido affresco (XVI sec. )
    in facciata recentemente restaurato. San Romano, dove al vecchio
    nucleo si sono affiancate negli ultimi anni numerose costruzioni
    abitate da famiglie residenti e, verso Oulx, le contigue Rival e Plan
    anch’esse abitate e frequentate dai villeggianti. Salendo verso i Forti
    del Pramand e Jafferau s’incontra la frazione Fenil, sede di un forte
    smantellato dopo la guerra, di una Colonia dell’Istituto Maria Ausilia-
    trice di Torino e di un’attività artigianale; frazione Combe, sita in una
    particolare conca riparata dai venti ed esposta al sole, frequentata
    d’estate; frazione Moncellier con la cappella di S. Ippolito e infine le
    frazioni Frenée (cappella di Sant’Anna) e Balp, ora disabitate, ma fre-
    quentate in estate. Salendo in direzione opposta si trova la frazione
    Eclause (1382m), ancora abitata, in una splendida posizione panora-
    mica. Spicca tra i tetti in losa il bel campanile romanico della cappella
    dedicata ai Santi Pancrazio e Sebastiano (1477). Sul versante opposto
    sorge a 1770m la borgata Seu, molto visitata nei mesi più caldi, da cui
    si gode di una vastissima vista. La cappella (Santi Cosma e Damiano)
    e le antiche case in pietra s’inseriscono perfettamente nel verde del
    Parco del Gran Bosco. Scendendo oltre i tornanti di Serre la Voute, si
    trova a sinistra la Frazione Deveys, molto caratteristica e divisa ammi-
    nistrativamente tra i comuni di Salbertrand ed Exilles.
    Nel 1980 è stato istituito sulla destra orografica della Valle Susa il Par-
    co Naturale del Gran Bosco di Salbertrand: 3.775 ettari di area pro-
    tetta tra cui 800 di foresta mista tra i 1000 e i 2500 metri di quota. Nel-
    la parte più bassa sono molto diffuse le latifoglie mentre tra i 1300 e
    i 1800 metri regnano incontrastati l’Abete bianco e Abete rosso, raro
    nelle Alpi Occidentali; oltre pini, larici e pascoli di alta quota.
    Non manca una ricca fauna: percorrendo il Parco si sente il tambu-
    reggiare del picchio rosso e il richiamo metallico del picchio nero, ci si
    può imbattere in scoiattoli, volpi, marmotte, lepri ed ermellini.
    Nel Parco nidificano anche uccelli come la pernice bianca e il gallo
    forcello sono il simbolo dell’avifauna alpina. Grazie alla presenza del
    pino cembro, dei cui pinoli essa si nutre, è diffusa la nocciolaia. Tra
    gli ungulati sono presenti il cervo, il camoscio, il capriolo e il cinghia-
    le. Nel 1997 ha fatto la sua ricomparsa il lupo, arrivato a riequilibrare
    l’eccessivo numero degli ungulati. Il Parco Naturale del Gran Bosco di
    Salbertrand è ora gestito dell’Ente di gestione delle aree protette del-
    le Alpi Cozie, insieme ad altri tre parchi della Valle di Susa, Val Chisone
    e Val Sangone. L’Ente Parco gestisce anche l’Ecomuseo Colombano
    The Parish Church of St. John the Baptist is testimony of its rich past. It was already notable  Introduction
    Romean curandone la promozione e la fruizione.
          Salbertrand was part of the Holy Roman Empire. Its name appears for the first time on the
    Imperial diploma by Otto III, dated July 31 , 1001, as ‘Hall Bertae’ (Borgo di Berta). From then on
                          st
    it was a fief belonging to the Counts of Turin and the Marquis of Susa and its history was tied to
    the historical events of the Susa valley from the Counts of Sabaudia, the Dauphiné and then to
    the Savoys.  Notable was the battle of the bridge of Salbertrand (location Chénébiéres) in 1689
    when the French troops tried unsuccessfully to halt the Waldensians returning from their exile in
    Switzerland to their native valleys of Chisone and Pellice.
    in 1057 when the Marquis Otto of Savoy and his wife Countess Adelaide of Susa donated it to the
    Vicarage of Oulx. It was rebuilt in the late Gothic style in 1506-36 and still preserves its Romane-
    sque elements. The exterior is characterized by a unique grand porch, a rich portal with elements
    of Romanesque-Lombard and French-delfinali, the front door in solid carved walnut and the
    Romanesque bell tower erected in 1739-41. The lunette of the portal is painted with a deposition
    which shows the visible scars of halberds testimony of the wars of religion. The most significant
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