Page 2 - Guida della Valcenischia
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Mompantero è un comune che guarda al futuro, senza tralasciare le proprie mompantero si presenta
Mompantero (Moumpantìa in franco-provenzale), comune di 670 abitanti,
risulta essere uno dei comuni più estesi della Valle di Susa con i suoi 30,10 km 2
adagiati ai piedi del monte Rocciamelone. L’agglomerato si compone di nu-
merose frazioni. Alcune sono distribuite lungo la sponda sinistra del torrente
Cenischia: S. Giuseppe, Marzano, Trinità e Pietrastretta. Le frazioni Urbiano e
Seghino, invece, sono collocate alle pendici della montagna, lungo la strada
carrozzabile che conduce a oltre trenta borgate montane dotate di un mera-
viglioso paesaggio alpino, quello della conca del Rocciamelone, che si popo-
lano essenzialmente nei mesi estivi (Tour, Trucco, Chiamberlando, Cugno e
sec.
la Braida). In tutte sono presenti cappelle e piloni votivi (XV e al XVII ) che
testimoniano il loro ruolo centrale nei secoli scorsi. Tra le cappelle montate
di assoluto rilievo si menziona la Cappella della Braida, che presenta al suo
interno affreschi di straordinaria fattura.
La presenza di incisioni rupestri e di graffiti, rinvenute lungo la strada che con-
duce al Rocciamelone, dai 718m della Chiesa della Madonna dell’Ecova, ai
1.275m di Chiamberlando, testimoniano con certezza l’insediamento sul ter-
ritorio di antiche popolazioni pre-romane, quasi sicuramente di ceppo celtico.
Sul territorio sono presenti molti siti storici, che ci conducono dall’epoca ro-
mana, con l’Acquedotto in Frazione Urbiano (recentemente restaurato), ai re-
sec.
sti della Fortificazione del Pampalù (finire del XIX ), passando per i numerosi
affreschi e per i ruderi della Casaforte in frazione Trinità, simbolo del Comune.
Non mancano, infine, segni e testimonianze di una storia ben più recente. Il
Comune di Mompantero è infatti strettamente legato alle vicende della Re-
sistenza: da ricordare la battaglia svoltasi alla borgata delle Grange Sevine il
26/08/1944 tra la Divisione partigiana ‘Stellina’, capeggiata dal Comandante
‘Aldo Laghi’ Giulio Bolaffi ed i nazi-fascisti, per la quale è stato installato un
cippo commemorativo a quota 1.960m. Al fine di ricordare tale avvenimento,
a partire dal 1988 si tiene sui sentieri partigiani la gara internazionale di corsa
in montagna denominata ‘Memorial Stellina’. A questo riguardo è possibile
visitare presso la sede comunale il Museo della Resistenza che, attraverso la
raccolta di un elevato numero di materiale, testimonia il sacrificio partigiano
nella lotta per la libertà ed evidenzia la necessità di non dimenticare.
tradizioni. La più importante è sicuramente quella legata alla ‘Festa dell’Or-
so’, che si celebra il primo week-end di febbraio in frazione Urbiano. Le origini
di questa festa si perdono nella notte dei tempi e sono ad oggi ancora parzial-
mente ignote. Vi sono però numerose ipotesi, tra cui una leggenda, forse la
più suggestiva, afferma che un barbaro giunto alle pendici del Rocciamelone
aveva terrorizzato le popolazioni locali; era un soggetto totalmente ricoperto
di peli che non parlava la lingua del posto; una volta catturato fu reso man-
sueto con del vino rosso e con il ballo con la ragazza più bella del paese; in
questo modo riuscì ad integrarsi con la popolazione locale. Un altra chiave
di lettura affida alla cattura dell’orso un valore simbolico, essendo la cattura
nient’altro che la cacciata dell’inverno in favore della bella stagione.