Page 16 - Guida della Valcenischia
P. 16
Il delfinato includeva la Valle di Susa fino a Chiomonte, Giaglione era quindi giaglione si presenta
L’aspetto odierno del territorio è dovuto all’erosione glaciale, le forze di
contrapposizione che i grandi ghiacciai esercitarono fra di loro modellarono
la regione dei colli (li cou) in direzione di Susa ed il ghiacciaio della Val Clarea
depose la sua morena nell’attuale Pian delle Rovine (Darouineus), visibili an-
cora i calanchi della Ciareina da Chiomonte. Sopra Pian delle Rovine a Santa
Chiara, caratteristica frazione alpina ben conservata, la morena del ghiacciaio
creò un piccolo lago chiuso e per colmata si formò il caratteristico pianoro di
Prà Piano.
La via Gallo-Romana percorreva il versante sinistro della Dora e saliva da Susa
per le frazioni di Giaglione dirigendosi verso la Maddalena, alla odierna cen-
trale di Chiomonte un ponte superava la Dora e la strada proseguiva verso
il Monginevro, prima ancora il tracciato seguiva i sentieri Celtici da Exilles
raggiungeva il vallone di Toullie e valicava le alpi al colle Savine-Coche. Il Sa-
vine-Coche fu sommerso da una grossa frana, è visibile tuttora il lastricato
romano per un tratto di diversi metri sparire sotto di quello che fu un grande
crollo della montagna.
Nel 1254 Giaglione conquista, primo comune nella valle, le franchigie che
garantirono una buona indipendenza amministrativa pur rimanendo sotto
la sudditanza feudale. Importante fu la famiglia degli Aschieri denominati in
seguito con l’appellativo De Jalliono. Il feudalesimo di dominazione sabauda
lascia diverse tracce sul territorio. Rimangono ormai i ruderi di quello che fu
il più importante castello a difesa del confine con il Delfinato, il castello supe-
riore degli Aschieri de Jallonio. Il castello delle Menate ora di proprietà privata,
fu rivalutato dopo la distruzione di quello superiore dall’avvento dei nuovi
feudatari, I Ripa.
sul confine e la necessità dello stato Sabaudo per la difesa delle strade portò
alla costruzione delle barricate di Clarea con la torre di Pilat, sbarramento aiu-
tato dalla morfologia del terreno. La chiesa Parrocchiale domina la valle dal
suo poggio, il sito orientato per natura e la presenza di una sorgente lo identi-
fica prescelto nel periodo Celtico a luogo di culto. Ognuna delle dieci borgate
di Giaglione possiede una cappella, sono tutte citate a partire dal 1600, ed
erano il centro della borgata a volte a fianco del forno e sempre della fontana,
La cappella di S. Stefano (Staqueveun) ha il lato nord esterno totalmente affre-
scato. Gli affreschi, datati 1400, a monito dei viandanti sulla via Gallo Romana,
rappresentano la cavalcata dei vizi e delle virtù.
Il paese di Giaglione non ha un gruppo folkloristico ma una tradizione che è
parte integrante della vita comunitaria quotidiana.
L’abito tradizionale femminile è di foggia savoiarda, come tutti quelli dell’area
francoprovenzale della Valsusa. La cuffia, costituita da un berretto di tela rigi-
da, ricoperto di seta o di velluto, nero marrone unito od operato, è abbellita
da un fiocco semipiatto, cucito in basso sulla nuca che si accompagna con due
nastri dello stesso colore, fissati all’altezza delle orecchie che si legano ai lati
del mento con un fiocco. Sul davanti la visiera di pizzo nero. Il vestito lungo
fino ai piedi, in lana, in seta, o lana seta, è composto da un corsaletto cucito
alla gonna, le maniche sono di tipo gigot, una ricca passamaneria, di velluto